Visti da vicino

Massimiliana Sonego

Visti da vicino

VISTI DA VICINO
Commento critico di Alessandra Santin


"Il titolo della mostra odierna, di Paola Anese e Massimiliana Sonego, VISTI DA VICINO, chiama in causa due categorie molto “visitate” dalla cultura contemporanea: il VEDERE e lo SPAZIO. Tra i sensi, la vista è certamente quello più utilizzato nel mondo occidentale. Immersi in una società dove la comunicazione multimediale visiva accompagna costantemente il vivere quotidiano, sia nei momenti definiti liberi sia durante il lavoro,,,pensiamo di essere abili lettori delle immagini visive. Può, invece, essere importante ricordare che un’opera d’arte chiede ai nostri occhi uno sguardo pulito, disincrostato dai falsi colori e dalla velocità della pubblicità e della cattiva televisione.

Non si tratta di scivolare rapidi ma di soffermare consapevolmente il nostro sguardo, alla ricerca di quel rapporto armonioso, poetico, che lega gli elementi tra loro  e che si nota solo se ci si avvicina. Non si tratta di applicare una sintassi, di riconoscere le regole di una grammatica del segno, delle masse, dei colori (che pure sono presenti e sentiti in queste opere) ma di entrare nello spazio dell’arte con tutti noi stessi e con l’attenzione amante necessaria. Lo SPAZIO che incontriamo è quello VICINO, come ricorda il titolo della mostra stessa e come si è detto all’inizio.

E’ importante sottolineare che il mondo d’arte vicino, che incontriamo nelle opere, non è svuotato dalle valenze e dalle stimolazioni provenienti dall’esterno e dal lontano, non rimanda alla chiusura, al conservatorismo, al tradizionalismo. Si tratta, invece di conoscere due esempi di home-art, di quella forma d’arte che trae ispirazione dalle situazioni domestiche, familiari, quotidiane,… e che interessa la ricerca più innovativa dell’arte contemporanea.

In queste opere si trova quel dialogo personale e diretto con soggetti, colori, relazioni presenti nelle nostre case; possibile nell’esperienza di ciascuno ma che le due artiste contraddistinguono secondo un percorso originale e unico: l’una interrogandosi sulle presenze umane che la circondano oggi o l’hanno fatto un tempo, sempre e comunque in modo significativo e dunque secondo il respiro vitale dell’affetto; l’altra concentrandosi sull’oggetto e la sua disposizione nello spazio in relazione con le altre presenze, la frutta o i fiori, un violino, il vuoto e i colori. Forme che riconducono alla vita come espressione dell’armonia, della bellezza della poesia da vedere"

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La mostra

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