Emersioni
Commento critico di Lorena Gava
“Emersioni” è il titolo di questa nuova e importante mostra di Massimiliana Sonego. L’artista continua a confrontarsi con l’universo affettivo di oggetti legati ad una memoria personale forte e straordinariamente suggestiva. Una memoria che si eleva a simbolo, o meglio, a codice di figure-segno bidimensionali, ridotte a sagome, indicative di una cifra stilistica riconoscibile ed autentica.
Rispetto ai precedenti lavori, si avverte un maggiore dinamismo nell’indagine e nello studio dell’oggetto considerato. Il carillon portagioie delicatamente liberty appartenuto alla madre e la fruttiera verde acqua, lucida e cangiante, che si prestava, con la complicità familiare, ad accogliere le primule nella stagione nuova, assumono, ora, insieme alla fedele anfora smaltata di bianco, la consistenza di strumenti “mobili” in equilibrio inquieto. Una prospettiva a volo d’uccello racchiude un insieme di forme compenetranti, semoventi, depauperate di quella staticità assiale che caratterizzava le antecedenti rappresentazioni, fatta eccezione per la monumentale tela-nastro di otto metri e oltre che, alla stregua di un fregio fidiaco, incarnava ed incarna tuttora un flusso ininterrotto di sensazioni e di pensieri a dir poco commovente.
Ogni singola superficie del recente ciclo pittorico appare composta di stratificazioni materiche complesse, elaborate, esito felice di sedimentazioni e sovrapposizioni cromatiche studiate e mai abbandonate al caso. L’occhio tattile passa dalle asperità rugose delle sabbie smorzate e concentrate, alle campiture lisce e levigate, sfavillanti di luce e sature di pigmenti accesissimi.
C’è una commistione affascinante di geologia e memoria, e l’oggetto appare emergere da un affondo archeologico, recando incisi i segni di una grafia antica, ancora intrisa della terra di scavo, oppure, i contorni di un corpo-sostanza leggero, trasparente addirittura fantasmatico. In ogni caso, simili ad “ostraka contemporanei”, sfilano i reperti di un assunto personale profondo, di una coscienza sensibilissima che trasforma le impressioni passate in geometrie presenti, in alfabeti precipitati dentro la storia attuale per suggerire e decifrare molteplici e variegati orizzonti di senso, come si conviene alla grande lezione pittorica.
Massimiliana Sonego insegue, fermamente, da anni, una grammatica ossessiva di cose-essenza per giungere ad una consapevolezza sempre maggiore delle potenzialità di segno, colore e materia nell’intento di schiudere latitudini interiori sempre più profonde e inaspettate. Come non guardare alle recentissime carte dipinte ad olio, quale ulteriore passaggio verso una sintesi grafica ancora più potente ed eloquente all’occhio di chi osserva? Come non cogliere nella forza riassuntiva delle linee grasse e spesse, dei tracciati bianchi e repentini sulle colate di giallo o di rosso, i profili dei significati noti investiti di una carica gestuale decisamente persuasiva?
L’instancabile ricerca e creatività di Massimiliana Sonego non tarderà a sconfinare in altri terreni di inesauribili scenari e scoperte"